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Recensione: Gioco di inganni di Charlaine Harris



Prezzo: € 14,90
E-book: € 7,99
Pagine: 235
Editore: Delos Books collana Odissea Novels
Genere: Giallo

Quella che a Roe sembra una tranquilla e noiosa giornata come tante si trasforma in una giornata colma di sorprese, misteri e omicidi...
Prima l'uomo che consegna la legna inizia a dar di matto nel giardino di casa di Roe e Martin, poi la nipote di Martin, Regina, si presenta a casa loro all'improvviso con un bambino in braccio, poi a rientro da una cena Roe e il marito scoprono che Regina è scomparsa, ha lasciato il bambino da loro e sulle scale che portano nella dependance c'è un cadavere... 

Gioco di inganni è il sesto volume di questa serie dedicata ad Aurora Teagarden, serie che conta in totale 8 libri, di cui l'ultimo ancora inedito in Italia, una di quelle saghe che sembrano interminabili e che essendo tanto lunga in alcuni volumi si ha la sensazione che l'autrice non sapesse più cosa scrivere.
Rispetto ai volumi precedenti Gioco d'inganni riesce a stuzzicare la curiosità del lettore e la presenza di numerosi intrighi e il coinvolgimento di più  persone ai fatti che porteranno all'omicidio rendono la lettura più coinvolgente.
Purtroppo gran parte del libro è incentrata su Aurora, che appare sempre più infantile, superficiale ed egocentrica: l'Aurora investigatrice, attenta ad ogni particolare e pronta a indagare infischiandosene di tutto è qui totalmente sparita, lasciando il posto ad una donna profondamente egoista, tutta presa dai suoi tantissimi occhiali alla moda e che pur dichiarando di soffrire del fatto di non poter avere figli si dimostra inadeguata, egocentrica e per nulla portata alla maternità.
Nonostante tutto ciò il giallo è sufficientemente avvincente, con parecchie macchinazioni e anche se verso la fine il lettore inizia ad avere chiari sospetti su chi possa essere l'assassino questo libro resta comunque molto piacevole e con un finale a dir poco sorprendente.
Purtroppo le indagini sono spesso offuscate dai continui lamenti di Roe e si ha l'impressione che il vero investigatore sia più Martin, il marito della protagonista. 
Il finale è senza dubbio ad effetto, con la giusta dose di adrenalina e un colpo di scena inaspettato che lascerà il lettore totalmente spiazzato.
Gioco d'inganni è, come i volumi precedenti, un romanzo a sè stante, non è infatti necessario leggere i volumi precedenti per poter leggere anche questo, soprattutto perché come sempre la Harris fornisce sufficienti informazioni sui temi trattati in precedenza, dando così la possibilità a chi legge di capire meglio le dinamiche della vita di Aurora.
Lo stile della Harris rende la lettura leggera, scorrevole e assai veloce: il lettore difficilmente si annoia e altrettanto difficilmente sente il bisogno di abbandonare la lettura.
Il lato investigatore di ogni persona viene qui stimolato e risvegliato, ci si ritrova a fare congetture, a tirar su tesi per poi demolirle e crearne altre, fino a quando non si arriva alla fine e allora non si può far altro che accettare che l'assassino sta scoprendo le sue carte e sta rendendo più facile svelarne i segreti.
Libro questo che mi sento di consigliare a tutti coloro che hanno apprezzato fino ad ora la Harris e che hanno voglia di giocare al piccolo Sherlock Holmes.




valutazione 5

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