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Recensione: Un soldato semplice di Gabriele Babini



Prezzo: € 15,00
Pagine: 179
Editore: Caldera Edizioni
Genere: Narrativa


Arriva la cartolina di precetto e tutto cambia. 
Una guerra è in atto e lui non ne sapeva nulla.
All'improvviso conoscerà la paura di morire, la paura di non tornare alla sua amata terra.
Un uomo semplice, un soldato semplice che si troverà a combattere solo perchè è un ordine.


La storia è raccontata direttamente dal protagonista diciannovenne che deve lasciare il luogo in cui è nato , da cui non si è mai mosso, per combattere una guerra di cui ha sentito parlare vagamente.
Il viaggio in treno lo entusiasmerà perchè è una novità, ma allo stesso tempo lo spaventerà nel profondo e comincierà a sentire la mancanza di casa.
Durante il conflitto sarà un radiotelegrafista in Jugoslavia a Lubiana da cui tenterà di fuggire durante l'armistizio ma sarà catturato dai tedeschi e deportato in un campo lavoro a Francoforte.a
Qui sarà la parte peggiore della sua esperienza.
Fame paura e stanchezza ormai saranno una costante per lui.
I contatti con la sua vita, la sua famiglia e la sua terra si stanno affievolendo e sembrano sempre più lontani sino a quando sarà liberato dagli alleati ma anche il ritorno a casa si rivelerà arduo e problematico.

Del protagonista non sappiamo nemmeno il nome ma l'autore è bravo a raccontarne gli stati d'animo e l'ingenuità verso un mondo a lui sconosciuto.
I fatti raccontati sono molto verosimili e drammatici, si percepisce sempre l'angoscia e l'impotenza verso un conflitto di cui non conosce nemmeno le cause, per il dover combattere contro qualcuno solo perchè glielo ordinano.
Pregherà molto e si aggrapperà alla speranza che qualcuno davvero le senta e le accolga.
Il campo dei lavori forzati lo metterà veramente a dura prova e qui non possiamo che pensare a tutte le persone che l'hanno provato e che possono raccontarlo.
Il testo è scorrevole e scritto bene, la storia è concentrata e non dispersiva nonostante gli eventi siano molti e l'arco temporale sia di tre anni.
Mi è piaciuto ma allo stesso tempo mi ha lasciato un groppo in gola. 

Lo consiglio a chi vuole una lettura piena di emozioni forti , a chi ha avuto un parente coinvolto nel conflitto, a chi non vuol dimenticare le brutture del mondo, a chi vuole un buon libro e non ha paura di lasciarsi coinvolgere . 






valutazione 5




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