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Recensione: E senza piangere di Pier Luigi Celli

"Ecco, professore.. Lo vede? Lei dice "un poco"; a che serve cambiare "un poco" quando il nostro problema è il "tutto", questo moloch che non tollera discussioni ed è inscalfibile pezzo per pezzo? Ci siamo persi in un mare di soluzioni immaginarie e il risultato è che i migliori oggi sono diventati allergici a qualsiasi stimolo. Il peggio, professore, è proprio questo: l'apatia dei giorni migliori, il loro sottrarsi; ricorda? E poi "il tradimento dei chierici": il vostro."


Prezzo: € 15,00
Pagine: 258
Genere: Giallo
Editore: TEA
Data di pubblicazione: 22 Ottobre 2015

"Scompaio qualche giorno" dice il professor Brandi alla moglie. "Devo fare qualcosa." Comincia così il nuovo romanzo di Pier Luigi Celli, con il professor Brandi, docente universitario amato dagli studenti e odiato dai colleghi, che si allontana misteriosamente da casa. Impegni, un po' di riposo, forse un progetto a lungo meditato, non si sa. Il senato accademico però si agita, vuole vederci chiaro, e mette sulle orme di Brandi due individui non proprio limpidi. Le cose si complicano quando uno di questi figuri scompare a sua volta. E quando, oltre agli scomparsi, si aggiunge anche un morto, l'arrivo del commissario Guglielmi è inevitabile... L'indagine che ne segue si abbatterà sull'università come una tempesta, destinata a mettere a nudo misteri, connivenze e complicità troppo a lungo celate.

Procede la mia cavalcata sulla strada che mi sta avvicinando, e molto, ad un genere che ho sempre messo in secondo piano rispetto al Thriller: il Giallo. Questa volta ho sperimentato nuovamente uno scrittore italiano, Pier Luigi Celli, il suo primo libro per me, che ha saputo tessere le fila di una storia poco convenzionale, ben costruita, ma che, purtroppo, in parte non mi ha convinta pienamente.
Protagonista della vicenda è il professor Brandi, particolarmente apprezzato dai suoi studenti e al contempo particolarmente disprezzato dai suoi colleghi docenti universitari a causa dei suoi metodi di insegnamento, che un giorno, dopo aver lasciato un enigmatico biglietto alla moglie, esce di casa, alla stessa ora di sempre, per recarsi all'università, dove però non metterà piede, così come non tornerà a casa, sconvolgendo la vita della sua compagna di vita. Il motivo del suo allontanamento è del tutto sconosciuto ai più, ma questo non impedisce certo a chiunque di formulare ipotesi, veritiere o assurde che siano, che si faranno sempre più insistenti col tempo fino a quando, però, qualcosa sconvolge completamente il corso degli eventi: un cadavere viene ritrovato galleggiante in un lago e a questo, a poco distanza di tempo, ne segue un altro, e viene richiesto, così, il necessario intervento del commissario Guglielmi, il quale, fin da subito, percepisce il mistero che si cela sotto l'intera vicenda. Cos'ha a che fare la fuga del professore con gli omicidi? Come possono essere implicati i suoi colleghi e i suoi studenti? Prende il via così un'indagine che sarà in grado di smuovere nel profondo tutto il mondo universitario.

Fu esattamente in quel momento che da un angolo remoto della mente, per chissà quale strana alchimia, tornarono ad affiorarle le parole delle ragazza che era comparsa a casa sua inopinatamente, le ultime prima che si ritraesse dalla porta e riprendesse la via delle scale: "..Noi siamo con lui. Tanto lo sappiamo che quello che lui deve fare lo farà sempre, e noi lo aiuteremo."

Partiamo dagli aspetti negativi del libro che, purtroppo, non mi hanno fatto apprezzare appieno la storia. 
Il ritmo, nella prima parte del libro, è molto lento e questo mi ha fatto ricordare il motivo per cui non ho mai amato troppo i gialli, e, secondo me, l'autore si è dilungato troppo nei presupposti, chiamiamoli così, della storia, lasciando così la situazione in stallo per metà libro e nonostante sia stato abile a lasciare che quell'alone di mistero conquistasse il lettore, spronandolo ad andare avanti, non gli ha reso facile la lettura, che è risultata in parte noiosa e forse, in alcuni casi, ridondante.
Per quanto riguarda i personaggi, invece, sebbene siano stati caratterizzati molto bene, li ho trovati, a parte un paio di essi, molto freddi, distanti dal lettore, non ho saputo trovare in loro quel trasporto che me ne ha fatto innamorare, non sono riuscita a trovarmi vicina alla Caramellaia o al Nano, ed esattamente all'opposto non sono riuscita ad individuare elementi specifici che mi hanno portato a detestare il prorettore o qualsiasi altro professore del senato accademico, resta comunque il fatto che li ho trovati originali, sicuramente pochi altri scrittori hanno avuto il coraggio di cimentarsi con protagonisti simili, far piacere alla mia generazione dei professori universitari con un temperamento simile non è affatto facile!
La storia, poi, seppur sia stata costruita molto bene, per buona parte del libro l'ho trovata quasi sottotono, forse nella convinzione che una vicenda simile, insieme a quei particolari protagonisti, avrebbe potuto dare di più al lettore, essere più travolgente e sicuramente più intrigante.
Ovviamente, però, non posso non sottolineare che ci sono stati anche aspetti positivi che, una volta arrivata alla metà del libro, mi hanno permesso di terminare in poco tempo la storia narrata.
Non appena è stato introdotto nella vicenda il primo cadavere e di conseguenza l'indagine che ne è scaturita, il libro ha cambiato completamente ritmo, si è fatto molto più incalzante e soprattutto molto più interessante: con il ritrovamento del corpo nel lago si è vista finalmente un po' d'azione, qualcosa si è mosso e il libro ha preso il via ed è diventato quel giallo che avrei voluto leggere fin dall'inizio, l'alone di mistero iniziale si è intensificato ed è stato questo il punto in cui ci è stata la svolta e qui, senza alcun dubbio, l'autore è stato in grado di attirare subito la mia attenzione e la mia curiosità, cosa che, invece, prima stava andando scemando poco a poco.
Anche i personaggi, da questo momento, subiscono un'alterazione, ma sopratutto ne sono stati inseriti di nuovi, quali il commissario Guglielmi, uomo particolarmente dedito al lavoro, amante delle lodi quando meritate, ma conscio della solitudine che, una volta arrivato a casa, lo soffoca, che ho sentito subito vicini: ho seguito con piacere lo svolgersi delle indagini e della vita del commissario, sempre più curiosa di scoprire qualcosa di più su entrambe le cose, ed ho apprezzato molto la svolta che ha visto protagonisti i due studenti universitari, Lorenzo e Matilde, che, devo dire, sono sempre stati quelli più dinamici ed interessanti della storia, portatori di idee rivoluzionarie, quanto più decisi a cambiare l'università e quel sistema opprimente di lezioni/esami che certo non aiuta le diverse personalità a mostrarsi per quello che sono realmente, in tutta la loro bellezza e la loro forza, elementi da non trascurare per nulla al mondo.
Altro aspetto positivo è costituito sicuramente dalle atmosfere che l'autore ha saputo creare: Pier Luigi Celli è stato molto abile nel lasciare ed intensificare l'aria misteriosa che si respirava già all'inizio del libro, e devo dire che anche i luoghi scelti per ambientare la vicenda sono stati praticamente perfetti, cupi e malinconici al punto giusto.
Infine, le tematiche trattate: sono stati toccati argomenti molto spinosi, ma tra tutti uno in particolare mi ha toccato molto da vicino, cioè la condizione universitaria, l'idea di voler cambiare, ma non riuscire a causa di coloro che vivono e lucrano su di esso, l'intero sistema ormai antiquato, e, sarà perché ormai da diversi anni frequento quegli ambienti, ho trovato da una parte molto valide le idee del professor Brandi e dei suoi studenti, dall'altra invece ho rivisto nel senato accademico la rappresentazione della nostra società, dove chi sta ai piani alti non ha alcun interesse a rinnovare se stessi e l'ambiente circostante per la paura di perdere ogni singolo privilegio.
Lo stile, in ultimo, non l'ho trovato molto semplice, o quanto meno non in tutti quei casi in cui i narratori erano i professori universitari, sicuramente più scorrevole, invece, ogni qualvolta la parola veniva presa dalla moglie del professore, dagli studenti o dal commissario. 
E senza piangere resta comunque un libro che consiglierei e che andrebbe letto, ma soprattutto capito, appieno e nel profondo.

valutazione 5

Commenti

  1. Mi sembra una specie di Città di carta più ''maturo'' dalla trama *-* Niente male! Mi piace il fatto che si tratti il tema della condizione universitaria perché è attualissimo ma poco trattato! Bella recensione :D

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    1. Non ho letto Città di carta, ma quasi quasi ci faccio un pensierino :) grazie! È vero, il tema della condizione universitaria non viene trattato molto ed è un peccato!

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  2. La trama mi piace molto, sai il giallo e tra quei generi che mi piacciono, se non e un fantasy scelgo un giallo, questo mi piace molto mi ha messo curiosità, anche la copertina mi piace molto.

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