LE NOSTRE RECENSIONI


[Leggiamo insieme] The Outsiders. I ragazzi della 56ª strada di S. E. Hinton: Tappa #2

È da poco tornato in libreria uno dei romanzi più apprezzati della letteratura americana uscito in libreria per la prima volta nel 1967.

Susan Hinton iniziò a scrivere il libro che aveva appena 15 anni, ma lo portò a termine a 16 anni durante gli anni del liceo. La Hinton decise di usare solo le iniziale del suo nome in modo da non attirare critiche negative semplicemente perché donna.

Il libro riscosse grande un successo fin dalla prima edizione e a distanza di anni vende ancora tantissimo ed ha conquistato ben tre generazioni.




Prezzo: € 17,00
E-book: € 9,99
Pagine: 226
Editore: Rizzoli
Genere: Young Adult
Età: 13 anni +

Trama


Da quando un incidente d'auto si è portato via i genitori, Ponyboy, 14 anni, vive in equilibro instabile con i fratelli maggiori Darrel e Sodapop, con l'ombra dei servizi sociali a rabbuiare i giorni. La vera famiglia di Ponyboy è però più larga, e abbraccia gli altri membri dei Greaser, la banda dei ragazzi dei quartieri poveri in costante guerra con i Soc, i rampolli con la puzza sotto il naso e i portafogli sempre gonfi. Ma una sera Ponyboy e l'amico fragile Johnny conoscono due ragazze Soc, e si scoprono meno diversi di quanto credessero. Nella lunga notte, lo sconfinamento innesca però una spirale di rabbia violenta, mettendo Soc e Greaser di fronte all'unica domanda che non si sono mai posti: è davvero il quartiere in cui siamo nati a determinare chi siamo, e ancor più chi diventeremo, oppure tutti, ricchi o poveri, lottiamo con gli stessi dilemmi, e ammiriamo gli stessi tramonti?




Leggiamo insieme... vi permetterà di scoprire insieme a noi blogger il primo capitolo di questo libro, iniziando a conoscerne i protagonisti e a comprendere un pochino la loro storia e il loro mondo!

Il primo giorno di lettura è stato ospitato ieri sul blog Devilishly Stylish, mentre domani tocca a Jees in Wonderland

"Comunque sono andato avanti a camminare verso casa pensando al film, e poi di colpo avrei voluto avere qualcuno con me. I Greaser non possono andare tanto in giro da soli, altrimenti qualcuno gli salta addosso, oppure arriva uno che ti grida “Greaser!” e non è che ti senti tanto benvoluto, se capite cosa intendo. Sono i Soc quelli che ci saltano addosso. Non so bene come si scrive, però è l’abbreviazione di Social, i fortunati, i ragazzi ricchi del West Side. È come “greaser”, la parola che si usa per definire tutti noi ragazzi dell’East Side. Noi siamo più poveri dei Soc e dei piccoloborghesi. Mi sa che siamo anche più scatenati. Non come i Soc, che saltano addosso ai Greaser e devastano le case e si ubriacano di birra per divertirsi e si ritrovano sui giornali perché un giorno sono una disgrazia pubblica e l’altro un valore per la società. I Greaser sono quasi come gli Hood, i ratti, i tipi del ghetto; rubiamo in giro e guidia- mo vecchie macchine truccate e rapiniamo i benzinai e ogni tanto facciamo una bella guerra di bande. Io non le vorrei fare, queste cose. Darry mi ammazza se finisco nei guai con la polizia. Da quando la mamma e il papà sono rimasti uccisi in un incidente di macchina noi tre possiamo stare insieme solo finché ci comportiamo bene. Così io e Soda ci teniamo fuori dai guai più che possiamo, e quando non possiamo stiamo attenti a non farci beccare. Insomma, voglio dire che i Greaser di solito fanno queste cose qui, proprio come portiamo i capelli lunghi e ci vestiamo in jeans e maglietta, o lasciamo la camicia fuori e ci mettiamo le giacche di pelle e le scarpe da tennis o gli stivaletti. Non sto dicendo che i Soc sono meglio dei Greaser o viceversa; è solo come stanno le cose."


Ponyboy è giovane, ha solamente 14 anni eppure porta sulle spalle un peso troppo grande per la sua età, i suoi occhi hanno visto troppe ingiustizie e per lui il mondo è costituito soprattutto dalla banda. Quello che Ponyboy descrive è un mondo sbagliato, spezzato, in cui la gente o è ricca o è povera e chi è ricco si comporta come un padrone, si sente in diritto di picchiare, denigrare e usare i poveri come antistress, come un giocattolo contro la noia.
Ponyboy non usa mezzi termini, non cerca di addolcire la pillola, lui racconta al mondo la sua vita e lo fa in maniera schietta e cruda, perchè ha imparato fin troppo presto che nessuno ti regala nulla e che nulla è mai semplice.







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