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Recensione: 83500 di Michela Monti


83500


di Michela Monti

Prezzo: € 12,00 | Ebook: € 5,99 |
Pagine:  431 | Genere:  Fantascienza |
Editore: Triskell Editore| Data di pubblicazione:  15 Febbraio

Trama

ReBurning Prison, carcere di massima sicurezza, anno 2020 circa. Melice Redding è una condannata a morte, ma non ricorda il perché. La causa dell'amnesia è la separazione da sua figlia appena partorita e per questo Mel entra in stato di shock. Grazie a Gabriel uscirà dalla catatonia e, sempre grazie a lui, avrà la possibilità di tornare indietro, prima che il crimine per cui è condannata venga commesso. Melice viaggia nel tempo per rivivere il suo passato senza nessun ricordo dell'arresto, senza condizionamenti. Tutto procede regolarmente, fino alla notte di Halloween.

  
 


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Non è facile scrivere questa recensione, perchè 83500 non è un libro semplice, ha una trama particolare, a volte contorta e con alcuni colpi di scena che spiazzano e lasciano letteralmente senza parole.

Premetto che 83500 non è di un genere che sono solita leggere, è fantascienza ma anche un po' thriller e di sicuro è follia allo stato puro, ma nonostante ciò mi ha scioccata, ammaliata e resa dipendente alla storia di Melice.
La prima parte del libro è quasi delirante, sembra l'insieme dei pensieri spezzati di un folle e da un forte senso di claustrofobia, il lettore si ritrova prigioniero insieme a Malice, prigioniera non solo delle sbarre ma anche della sua mente, che custodisce tutti i suoi ricordi senza permetterle di accedervi, tenendola completamente all'oscuro del motivo per cui è stata condannata a morte.
All'inizio non capivo a cosa potesse servire tutta la prima parte, che è molto introduttiva e mostra la vita in carcere, le follie omicide delle donne che si trovano nella Zona Nera insieme a Melice e poi Gab, l'uomo che chiamano l'accompagnatore di anime, colui che riesce a risvegliare Melice dal suo torpore, la provoca, la fa arrabbiare e infine le da la possibilità di rimediare ai suoi errori, di poter sistemare le cose... Il modo in cui la Monti descrive alcune detenute e i loro crimini è terrificante, nel senso che mette i brividi e ci si immagina in maniera davvero fin troppo chiara ogni singola immagine.
Andando avanti con la lettura la storia si fa un po' più chiara, a Melice viene data la possibilità di tornare indietro di 10 anni e così pagina dopo pagina scopriamo quali sono le sue colpe: il ritmo è lento, l'autrice prende tutto il tempo necessario a mostrare al lettore la vita della protagonista prima della prigione e pone l'attenzione del lettore non solo sul tipo di persona che è Melice, ma anche che tipo di rapporto ha con le persone che ama e soprattutto fino a che punto le ama. Ci sono stati dei momenti in cui non la sopportavo, le sue scelte e il modo in cui gestisce le cose dopo un terribile "incidente" di cui è vittima, il suo chiudersi a riccio con il padre e urlargli addosso senza mai ascoltarlo, mantenendolo sempre a distanza e tanto altro mi hanno fatto pensare che fosse una persona immatura, in realtà Melice è fragile, sensibile, insicura e soprattutto spaventata. Bea, la sua migliore amica è il suo perfetto alter ego, così forte, determinata e testarda, ma anche dolcissima e un'amica fedele, di quelle che tutti vorremmo vicino.
Se la prima parte mi era parta il delirio di un folle la seconda parte è un uragano, il lettore rivive le ultime settime prima del grande errore di Melice e lo fa totalmente immerso nella vita della protagonista e delle persone che ama, lo osserva mentre vivono la loro vita, impara a comprendere l'intensità dei sentimenti che li legano l'uno all'altro, soprattutto il rapporto fraterno tra Bea e Mel.. Richard, il ragazzo di Melice, è una vera e propria incognita, fin dalla sua prima comparsa mi ha dato l'idea di essere freddo e con un'aurea negativa a circondarlo.
Devo ammettere che dopo i fatti di Halloween per un attimo ho pensato di aver capito tutto, ma andando avanti la Monti svia il lettore, lo distrae, lo riporta dentro il delirio della mente di Melice, lo fa perdere, lo imprigiona in quel vortice di follia ancora una volta e lo tiene inchiodato al libro, pronto a scoprire cosa lo attende...
E quando ci sarà la svolta decisiva, quando tutti i nodi verranno al pettine si resterà senza parole, immobili ad osservare la tragedia e la devastazione a cui hanno portato le scelte di Melice.
Il finale è di sicuro quello che mi ha scioccato maggiormente, il modo in cui Gab iniziare a spiegare le cose a Mel, lei che gli svela cosa ha ricordato e poi ancora lui che le sbatte in faccia la cruda verità su uno dei protagonisti e infine un finale aperto, che lascia il lettore in sospeso, in attesa di sapere e consapevole che forse non potrà saperlo mai, tutto questo fanno di 83500 una lettura imperdibili, di quelle che non sono proprio per tutti, ma che probabilmente conquisterebbero anche il lettore più difficile.
Michela Monti ha uno stile lineare, a volte contorto, molto psicologico e sia la storia sia il linguaggio e il modo di raccontare il tutto rendono il libro accattivante, piacevole, una di quelle letture che incanta, che non sempre riesce a mantenere alta l'attenzione del lettore, ma che nello stesso tempo lo rende incapace di staccarsi, troppo bisognoso di scoprire cosa accadrà andando avanti!







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